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Superpoteri per contrastare il Superamianto

Ed eccoci qui al secondo appuntamento con Amianto Niente Vanto, il vostro gruppo ASOC preferito!

La seconda deadline è arrivata e la fase 2 è stata piena di sorprese per la nostra ricerca!!!

Partenza

Abbiamo iniziato con un elemento chiave per la nostra ricerca: l’informazione!

Ci sarà più che utile essere tutti ben informati sul progetto per riuscire nel nostro intento.

Nelle varie riunioni di gruppo che abbiamo organizzato questo mese abbiamo avuto la possibilità di imparare cose nuove e interessanti come l’utilizzo degli OpenData, dei dati primari e secondari e la ricerca di quest’ultimi, dedicandoci alla navigazione web e al reperimento dei suddetti dati.

Abbiamo anche ricevuto una piacevole visita dall’avvocato Marco Porcu, rappresentante dell’Associazione Sardegna 2015, che ci permetterà di contattare le sedi istituzionali ed in particolare il Comune di Quartu Sant’Elena.

Dati ed informazioni trovate

Con questi nuovi “superpoteri” abbiamo iniziato la ricerca delle informazioni a noi utili stupendoci oltremodo nel scoprire che il progetto da noi scelto non è stato ancora concluso nonostante l’indubbia gravità del problema!

Sulla questione però ci sono ancora dei dubbi…

Il sito web www.chean.it di proprietà della ditta Chean SRL archivia il progetto nell’apposita sezione “Lavori Eseguiti”; quindi evidentemente il lavoro appaltato alla ditta si è concluso.

Vorremmo però capire se sono ancora presenti tracce di amianto nel sito delle “ex Fornaci Picci” e come mai non è stato ancora speso l’intero importo finanziato per lo smaltimento.

Infatti lo spazio del sito Opencoesione appositamente dedicato al progetto parla chiaro: non c’è nessuna informazione sulla fine effettiva dei lavori e solo l’85% dei fondi è stato stanziato per un totale di 748.000 su 880.000 euro!

Questi stanziamenti arrivano da Unione Europea, Regione Autonoma di Sardegna a cui si aggiunge un co-finanziamento nazionale.

Che il Comune abbia deciso di affidare l’appalto ad un’altra ditta per proseguire dei lavori? Che abbiano chiuso il cantiere per il periodo invernale?

Noi di Amianto Niente Vanto faremo il possibile per chiarire la situazione.

Nell’ultimo incontro abbiamo raccolto ed organizzato i documenti reperiti e abbiamo iniziato ad esaminare i caratteri generali del Compendio Fornaci Picci.

Utilizzando i documenti messi a disposizione dal Comune di Quartu S. Elena abbiamo constatato che l’area ha una superficie molto estesa, di ben 5,8847 ettari.

Questa è divisa tra le giurisdizioni di Quartu S. Elena e Quartucciu e vicina al fiume Rio de Is Congiaus.

Complessivamente nell’area erano presenti 13.265 metri cubi di amianto che sono circa il 22% della superficie totale.

Riguardo al progetto di smaltimento sappiamo che il progettista incaricato era l’arch. Giuseppe Loche, è stato approvato il 12 dicembre 2014 e l’appalto è stato assegnato dal dirigente del settore lavori pubblici il 4 agosto 2015 con inizio dei lavori il 24 agosto 2015 e previsto termine il 1 settembre 2016.

Abbiamo trovato i bandi di gara d’appalto, i partecipanti con le offerte economiche e i documenti che certificano che la Chean s.r.l. è beneficiaria della vincita.

Per comprendere meglio il progetto abbiamo ricostruito la storia del luogo interessato.

Tutto iniziò nel 1878 ad opera di Luigi Picci che decise di iniziare una piccola attività di produzione di mattoni in argilla. La fabbrica crebbe di dimensioni ed importanza tramandata di generazione in generazione sino a diventare la prima fabbrica semi-automatica in Sardegna.

Inoltre con l’inserimento di nuovi macchinari moderni la “A. Picci Laterizi s.p.a.” divenne la fabbrica più moderna in Italia.

L’associazione però fallì nel 1984 e cadde in disuso, venne infine comprata dal Comune per la somma di 2.650.000.000 Lire nel luglio del 1993.

Come possiamo osservare, il sito è di notevole importanza storica ed è uno scempio che sia stata abbandonata per tutto questo tempo, oltre ovviamente ai ricchi di una struttura decadente e biologicamente pericolosa.

Giustamente la popolazione quartese ha protestato più e più volte e finalmente nel 2012 ha ottenuto che il Comune affrontasse la situazione; abbiamo trovato anche il sito del comitato cittadino creatosi per seguire il destino dell’area.

Le informazioni da noi trovate sono più che esaurienti sul piano amministrativo e storico, grazie sopratutto all’accurata documentazione pubblicata dal Comune di Quartu S. Elena nel loro sito; ci mancano solo alcune cose da chiarire e abbiamo intenzione in futuro di intervistare i responsabili sulla questione, abbiamo anche già preparato le domande!

Sicuramente contatteremo la Chean s.r.l., per approfondire le metodologie di lavoro: infatti molti di noi si sono chiesti come si smaltisce l’amianto!

Abbiamo fatto una ricerca internet ma sono poche le informazioni al riguardo e se riusciremo ad ottenere un incontro con la ditta sarebbe un’ottima occasione per approfondire le nostre conoscenze al riguardo.

Nelle prossime settimane analizzeremo tutte le informazioni trovate in preparazione di nuove interviste ed incontri: la nostra speranza è di contribuire all’eliminazione completa di tutto l’amianto eventualmente ancora presente nel parco e di riuscire a vedere un giorno quell’area riqualificata ed aperta al pubblico.

Non abbiamo ancora capito quale sarà il suo utilizzo ma pensiamo che come area storica sarebbe stupendo anche trasformarla in area museo con laboratori per i ragazzi o anche convertirla in parco, una zona verde all’interno della città, come si è fatto con lo stagno di Molentargius, un’ottima iniziativa per un mondo sempre più industrializzato che abbatte sempre più alberi.


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